Brano: Papen, Franz von
Von Papen (quinto da sinistra) conversa con il generale Schleicher sulla tribuna d'onore al campo delle corse di Karlshorst
ma politica Papen sostenne autorevolmente in una sede molto impegnativa, nell’organo ufficiale del partito del Centro, il giornale Germania, di cui nel 1923, approfittando delle difficoltà provocate dall’inflazione, divenne il principale azionista. Sotto la sua influenza, questo giornale rappresentò la tendenza più conservatrice del cattolicesimo politico in Germania, sia sul terreno dell’agitazione nazionalista che sotto il profilo delle alleanze interne del Centro, patrocinan[...]
[...]o che effettivamente era: un tedesconazionale cattolico, destinato nella fase finale della repubblica democratica ad assumere responsabilità politiche di primissimo piano grazie agli stretti legami che
io univano a Hindenburg e al suo entourage, nonché all'ambiente militare, dal quale appunto Papen proveniva e con il quale non aveva mai perduto i contatti.
All’ambiente militare infatti e ai suoi stretti contatti con il generale Schleicher, von Papen dovette la sua nomina a cancelliere del Reich n.6.1932. Chiamato da Hindenburg a succedere al cancelliere Bruning a capo di un ennesimo gabinetto presidenziale, Papen sottolineò immediatamente la sua volontà di governare non solo al di sopra ma anche contro i partiti weimariani, abbandonando anche formalmente la Zentrumspartei.
Ma più importanti di questo gesto, per caratterizzare la sua gestione di governo furono le circostanze nelle quali egli assunse la cancelleria. La sua nomina, nel pieno della dissoluzione della democrazia weimariana lacerata dalla crisi economica e dalle conseguenze[...]
[...]to specifico di Papen era il riassorbimento a livello governativo del partito nazionalsocialista, nel quale si vedeva lo strumento politico circondato da un seguito di massa che poteva dare appoggio e legittimità alla svolta dittatoriale; spettava cioè a Papen il compito di « responsabilizzare », come egli stesso diceva, i nazisti e con essi
gettare le basi di una nuova piattaforma politica.
Nel giro dei pochi mesi nel quale fu al governo, von Papen sciolse ben due volte il Reichstag (nel luglio e nel settembre del 1932) per agevolare l’inserimento dei nazionalsocialisti, con la conseguenza controproducente di provocare il loro rafforzamento elettorale e quindi di stimolare la loro intransigenza a porre condizioni che furono giudicate troppo esose dagli stessi fautori dell’alleanza con i nazisti. Ma ancora più rivelatore delle vere intenzioni del gabinetto dei « baroni » guidato da von Papen fu l’autentico colpo di stato che egli sferrò il 20.7.1932 contro il governo prussiano, composto da socialdemocratici e cattolici del Centro, nel quale primeggiavano due esponenti della socialdemocrazia, Otto Braun e Cari Severing. Con lo scioglimento del tutto arbitrario del governo prussiano, Papen mirava in effetti assai più lontano: era una dichiarazione di guerra ai partiti weimariani, il primo passo verso l’instaurazione della dittatura. La passività con la quale i socialdemocratici si fecero spodestare in Prussia, senza fare alcun appello alle masse contro la prepotenza del potere esec[...]
[...]oluta dalla Reichswehr e dall’estrema destra.
Portato al governo dalla Reichswehr, Papen fu rovesciato dagli stessi generali che lo avevano sostenuto, nonostante egli fosse deciso a realizzare una completa riforma costituzionale in senso antiparlamentare e autoritario, non intendendo la Reichswehr abdicare al controllo diretto della situazione. Abbandonato dallo stesso Schleicher, che era destinato a prendere la sua successione, il 17.11.1932 von Papen fu costretto a dare le dimissioni.
Nel governo di Hitler
Ma l’uscita dal governo non comportò il ritiro di von Papen dalla scena politica. Tutt’altro: egli rimase tra i protagonisti sullo sfondo e fu tra gli intermediari e gli artefici dell’alleanza tra nazionalsocialisti, conservatori e tedesconazionali (incontro del 4.1.1933 tra Hitler (vj, Papen e il banchiere von Schròder), alleanza che sarebbe sfociata il 30.1.1933 nella nomina di Hitler alla cancelleria del Reich. Papen entrò allora come vicecancelliere nel governo hitleriano.
Nelle sue memorie, von Papen cerca di presentarsi, se non come oppositore, quanto meno come moderatore dell’asprezza della dittatura nazista. In realtà, nonostante gli si offrisse più di una occasione per ritirarsi dalla scena, la sua fatuità e il suo opportunismo lo indussero a continuare a prestare i suoi servigi al Terzo Reich e a farsi corresponsabile di più di un aspetto criminoso della sua politica.
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